Centro Studi Albero del Mondo. Vedan Kolod


Vedan Kolod: mistici canti dalla Siberia


 Nome:  Vedan Kolod
 Componenti:  Tatyana Naryshkina, Valerii Naryshkin, Daryana Antipova, Polina Lisitsa
 Provenienza:  Siberia
 Genere:  Etnico (slavo)
 Links:
http://www.myspace.com/naryshkiny
http://www.scythianhorn.ru/e_journal.htm

Vogliamo introdurvi in un mondo per tanti di voi forse avulso e lontano, un mondo fatto di lunghissimi silenzi figli di un ambiente ostico ed innevato per la maggior parte del tempo e di contrappunto invece musicale ed inaspettatamente allegro: il mondo dei Vedan Kolod, della loro Siberia, e di un angolo del continente asiatico che profuma d'Asia immensa, sterminato, proveniente dalle remote ere del pellegrinaggio umano verso quell'America lì, a due passi oltre lo stretto di Bering.
Perché lo facciamo? Perché Vedan Kolod è la riscoperta di quelle tradizioni che come fuoco ardono sotto le ceneri del post-comunismo che, nel governare un impero sconfinato, ha fatto l'errore più grossolano e bieco: riunire sotto un'ideologia per tanti lontana ed incomprensibile popoli agli antipodi culturali sommergendoli con l'imposizione di teorie che non tenevano nella giusta considerazione il rispetto delle singole, peculiari, fascinose identità.
Nella fredda Siberia finivano coloro che non accettavano ciò che prima Stalin, poi i successori dell'uomo d'acciaio, prescrivevano, schiacciando senza rimorso la personalità, le tradizioni, la religione, od ancor meglio, l'approccio con la misticità di quel popolo caloroso tra i ghiacci, rovente nei cuori.
E' grazie all'Associazione culturale Scythian Horn ed alla musica, che Valery Naryshkini ha mantenuto vivo quel calore, quel fascino intellettuale di antico pagus in una società moderna e morente.
Avvicinare il progetto Vedan Kolod significa conoscere, o tentare di iniziare un viaggio culturale, che a ritroso nel tempo torna a quando la Chiesa, in questo caso ortodossa, nel nome di Cristo uccideva, soffocava, annegava millenni di crescita spirituale ed antica saggezza per indottrinare anche questo angolo di mondo secondo i dettami dell'Evangelizzazione tout-court, stratificandosi sopra il patrimonio antico.
Pensateci e capirete quanto affine sia la sorte di quel popolo (in questo solidale con tutta la realtà slavonica intesa come colonizzazione storica di nuclei indoeuropei che dall'Europa centrale migravano verso il sole levante) con la nostra.

Anche qui si riverbera Europa, terra dei ghiacci siberiani dove lo sciamanesimo è di nuovo vivo e costituisce una fondamentale realtà religiosa e medica, Lo sciamano locale ha in sé lo spirito che era anche del druido che si aggirava tra le foreste interpretando i segni della Natura, cogliendo le giuste erbe per la sua gente, pregando nel giusto modo gli Dei. Territori affini in cui il Divino assumeva connotati protettivi negli auspici e nella durezza del quotidiano.

Anche in quelle ere la musica, i musici, erano fondamentali ed ecco i Vedan Kolod che nelle nebbie del paganesimo siberiano riportano ciò che è trapelato: un patrimonio culturale che rinasce innanzitutto tra gli strumenti originari (da Valery Naryshkini e colleghi ricostruiti personalmente). Percussioni e tamburi sciamanici, ocarine e strumenti a corda antichi uniti agli odierni per creare un suono che abbia quel sapore, il profumo inebriante del proprio passato non obbligato ma cresciuto dolcemente nella semplicità delle genti. Fondamentale in tal ambito è l'uso vocale. Tipico in alcune lande di quella estesa fetta di Terra (la Tuva ne è emblema) è il canto diplofonico, vibrato e gutturale degli sciamani; i Nostri non hanno coltivato fino in fondo la tecnica ma ne porgono agli ascoltatori un'interpretazione semplice e contemporanea. Voci maschili e femminili (bellissime nel trio composto dalle polistrumentiste Polina, Tatyana e Daryana) vi accompagneranno tra canti e danze popolari e proprio perché del popolo figlie del quotidiano: morte e nascita, sposalizi e gioie delle giovani donne innamorate, la natura immensa a cui porgere omaggi ed attenzioni, il Divino permeante il territorio. Il riflesso di Dei e Dee, anche in quei luoghi, è l'eterno gioco d'amore tra Luna e Sole. Danza che dai secoli più antichi l'uomo interpreta come danza di vita e morte in cui la rinascita del Sole simboleggia la vincita del buio. La Luna è la sposa guerriera pronta a dare asilo al proprio compagno/figlio, da crescere, amare e proteggere. Per questo il Sole (il Dio) onora la propria Dea/compagna diventando insieme a lei Musica, Danza, Pittura, Canto.
I popoli onorano da sempre queste gesta, anche oggi che, nel nome di un dio unico ed astioso, privo di una sposa che la sua chiesa non gli vuole assegnare, esse vengono celate.
Ma, anche attraverso i canti dei Vedan Kolod, che senza odio è con l'antica fermezza dei nostri padri, esse tornano vincitrici nelle parole musicali dello sterminato popolo slavo.
Cominciate da qui un viaggio affascinante tra paesaggi immensi che tolgono il fiato, etnie dai forti sentimenti che non sono affatto lontane: nel DNA sussistono anche i geni degli avi d'Europa: lo sterminato popolo indoeuropeo.

Nicola Tenani

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